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Una luminosa mattina del marzo 1937 il sedicenne Jean Forest ha il suo primo incontro ravvicinato con un aeroplano, "qualcosa di impossibile: come una specie di pesce volante di proporzioni gigantesche, di balena bianca con le ali assurdamente spiegate". È in quel momento che il giovane scopre la sua vocazione: diventare pilota d'aerei. Philippe Forest sceglie di cominciare a raccontare la vita di quel pilota, suo padre, tendendo il filo del suo racconto tra quell'antico naufragio e la vecchiaia di Jean, e raccontando un secolo intero attraverso l'epopea dell'aviazione, dai primi voli dei fratelli Wright al Boeing 747, pilotato dal padre di Forest. Con una prosa lirica lo scrittore srotola sotto i nostri occhi la vita semplice e al tempo stesso straordinaria di un ragazzo prestante e gentile che, una mattina del giugno 1940, si ritrova al volante di una vecchia Peugeot "a provvedere alla alla fuga di tre donne, la figlia, la madre e la nonna ". La figlia è la sua futura moglie, che però potrà riabbracciare solo dopo tre anni di peripezie.